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Bentrovato, dedaliano! Oggi voglio tornare a discutere con te di lingua e, in particolare, di punteggiatura. La virgola è con molta probabilità uno dei segni di interpunzione che più destano preoccupazioni e dubbi. Ti sarai sicuramente chiesto, qualche volta, quando e come inserire le virgole nei tuoi testi; forse sei una di quelle persone che tendono ad abbondare per paura che i lettori restino senza fiato, o magari preferisci usare questo segno di punteggiatura con talmente tanta parsimonia da dimenticare qualche virgola obbligatoria.

Come si usa, allora, questa benedetta virgola? Partiamo da una definizione, così da sfatare anche qualche mito.

Cos’è la virgola

La virgola rappresenta la pausa più breve di cui disponiamo per scandire il discorso. Si tratta di uno dei segni di punteggiatura più versatili in italiano ed è proprio per questo che desta così tanti dubbi in chi si occupa di scrittura.

Una delle idee più radicate che ruotano intorno all’uso della virgola è che questa serva per permettere ai lettori di prendere fiato: per quanto questo segno di punteggiatura segnali una pausa, non bisogna fare l’errore di pensare che la virgola vada inserita ogniqualvolta si senta il bisogno di respirare. Le virgole infatti, più che indicare una pausa, hanno soprattutto una funzione logico-sintattica.

Riflettiamo con un esempio…

Riflessioni sulla virgola.

Facciamo subito un esempio: “Gli studenti della seconda A che sono arrivati in ritardo non potranno partecipare ai giochi sportivi”. Se sei un virgola-amante, potresti fare l’errore di inserire delle virgole in queste frasi, andando però a compromettere la struttura logica della frase.

Potresti avere, ad esempio, la tentazione di inserire due virgole: “Gli studenti della seconda A, che sono arrivati in ritardo, non potranno partecipare ai giochi sportivi”. Così facendo, però, cambieresti il senso della frase: “Gli studenti della seconda A che sono arrivati in ritardo” è infatti il soggetto della frase: in altre parole, sono solo gli studenti in ritardo a non poter partecipare ai giochi sportivi. Inserendo le due virgole, invece, il significato della frase sarebbe tutt’altro. In questo secondo caso, infatti, il messaggio veicolato sarebbe il seguente: “Tutti gli studenti della seconda A sono arrivati in ritardo. Tutti gli studenti della seconda A, quindi, non potranno partecipare ai giochi sportivi.”

Questo tipo di errore è sempre dietro l’angolo: non farti ingannare dalla lunghezza del soggetto. Quando scrivi, chiediti sempre quale sia la funzione delle virgole che inserisci. In alcuni casi, inserirle o meno è una semplice questione di stile, mentre in altri si rischia di fare un grosso guaio.

Quando la virgola è obbligatoria

Al di là delle questioni di stile, ci sono alcuni casi in cui la virgola è obbligatoria. Tieni sempre a mente questi suggerimenti quando scrivi i tuoi testi:

  • Enumerazioni ed elenchi: “Questa mattina ho preparato un porridge con burro d’arachidi, mandorle, marmellata, semi di lino e semi di girasole”. Ricorda: tutti gli elementi (ad eccezione dell’ultimo, introdotto dalla “e”, devono essere separati da una virgola).
  • Frasi coordinate per asindeto: non lasciarti spaventare dal nome. Le frasi coordinate per asindeto sono semplicemente frasi unite tra loro senza una congiunzione. Un esempio: “Mi sento davvero svogliato: non ho voglia di lavorare, mangio poco, esco malvolentieri”.
  • Vocativi: “Alessandro, passami il pane”; “Perdonami, Carlo, non volevo”; “Dobbiamo andare, Giacomo”. Che si trovi all’inizio, alla fine o nel mezzo della frase, il vocativo deve essere segnato dalla virgola.
  • Incisi: “Lo yoga, per quanto sia rilassante, provoca in me una tremenda ansia da prestazione”. Gli incisi, come suggerisce il nome stesso, devono essere racchiusi tra due virgole. Fai attenzione, soprattutto se sono piuttosto lunghi, che i tuoi incisi abbiano sempre una virgola all’inizio e alla fine.
  • Separare alcune subordinate dalla reggente: è il caso delle proposizioni introdotte da “anche se”, “benché, “poiché”, “sebbene”, “per quanto” e così via. Un esempio? “Per quanto sembri sincero, non riesco a credergli”.
  • Interiezioni: “Dai, ridammelo!”; “Ahi, mi hai fatto male!”.
  • Sì (affermativo) e no: “Sì, lo voglio”; “No, grazie”.

Quando la virgola è vietata

quando la virgola è vietata

Se la virgola è obbligatoria in alcuni casi e consigliabile in altri, ci sono anche dei casi in cui usarla è vietato. Quali sono?

  • Tra soggetto e predicato: in una frase breve come “Rita mangia” a nessuno verrebbe in mente di inserire una virgola nel mezzo. Attenzione, però, alle frasi più lunghe, in cui il soggetto potrebbe avere tanti attributi e determinazioni.
  • Tra predicato e complemento diretto: “Ho cucinato una torta deliziosa”. Anche qui, niente virgola.
  • Prima di una soggettiva, oggettiva o interrogativa indiretta: “È importante che tu lo faccia al più presto”; “Penso che tu sia molto intelligente”; “Mi chiedo se tu abbia davvero capito ciò che intendo”.

Hai ancora qualche dubbio?

Essere a conoscenza di quando la virgola sia obbligatoria o vietata è già un primo passo per rendere i propri testi più corretti. La verità, però, è che come e se inserire la virgola dipende molto spesso dallo stile dell’autore o dalle singole circostanze. Se hai qualche domanda specifica, quindi, lasciaci pure un commento o scrivici a [email protected].

Se hai bisogno di un intervento diretto sul testo mirato alla punteggiatura, chiedici pure un preventivo senza impegno per una correzione di bozze.

Ti aspettiamo all’altro capo del Filo, dedaliano!

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