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Rieccoci qui, caro dedaliano e cara dedaliana, sono Ilaria e oggi vorrei parlarti del genere Giallo.

Partirò subito da una curiosità, svelandoti perché questa tipologia di romanzo viene chiamato proprio giallo. Di fatto, esistono diversi nomi per definirlo: da crime a poliziesco o investigativo, ma si tratta in realtà di semplici sfumature dello stesso genere narrativo.

Tecnicamente, infatti, si tratta di storie incentrate su un crimine commesso, in relazione al quale si svolge un’investigazione.

Giallo o crime story?
Giallo o crime story?

Le origini del nome “giallo”

Il termine Giallo è stato introdotto in Italia da Mondadori nel 1929, perché questa sua la collana era distinta da copertine di tale colore. Il primo numero era intitolato La strana morte del signor Benson, di S. S. Van Dine.

Ma quale opera, per prima in assoluto, ha inaugurato un genere che avrebbe poi fatto tendenza per secoli? Si tratta de I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe, edito per la prima volta nel 1841.

In questo romanzo compare il personaggio di Auguste Dupin; investigatore dalla mente brillante, che risolve l’omicidio di due donne in un appartamento chiuso dall’interno (e nell’assoluta assenza di testimoni) mostrando grande intuito e competenza.

Pare che la figura di Auguste Dupin abbia ispirato uno dei più grandi personaggi del giallo mondiale: Sherlock Holmes, successivo al romanzo di Poe di quarantasei anni.

Sir Arthur Conan Doyle è considerato il creatore del giallo scientifico, caratterizzato dalla presenza di un investigatore con conoscenze mediche; eppure pare che nel mezzo si collochi uno scrittore poco conosciuto e, udite udite, italiano.

Il mio cadavere, di Francesco Mastriani, romanzo d’appendice edito nel 1851; a soli dieci anni dal più noto di Allan Poe, è a tutti gli effetti una storia investigativa. Inoltre, in essa troviamo per la prima volta un medico indagatore, con buona pace del dottor Watson.

C'è sempre un assassino?
C’è sempre un assassino?

Gli stilemi del giallo

Abbiamo detto, dunque, che l’elemento cardine di questo genere è un evento criminoso; il che non significa per forza un omicidio (anche se è la tipologia più utilizzata). E di solito presenta una struttura ricorrente. Esaminiamola.

Il giallo si apre spesso con un reato (o si verifica di lì a poco), che rappresenta per il protagonista un enigma da risolvere. Tutta la vicenda ruoterà attorno a tale rompicapo, che verrà risolto solo alla fine.

Lo scrittore disseminerà il romanzo di indizi, reali o fuorvianti, affinché il lettore possa in qualche modo prendere parte alla risoluzione del caso.

Attenzione, però, perché se riuscirà a risolverlo davvero, spesso rimarrà un po’ deluso. Di fatto il lettore ama essere spiazzato e sorpreso con colpi di scena ben orchestrati.

La parte centrale del giallo si concentra proprio sull’attività d’investigazione del protagonista; nella raccolta di indizi e prove, nel raffronto tra essi, nella ricostruzione di fatti e formulazione di ipotesi. Quasi sempre, inoltre, egli incontrerà altri personaggi, testimoni e non, che possano fornirgli ulteriori elementi per la ricostruzione del puzzle.

Nel finale, come dicevamo poc’anzi, il delitto ha una sua soluzione. Il colpevole viene identificato ed è spiegato il movente, ovvero il motivo che lo ha spinto a commetterlo.

Chi "recita" nel giallo
Chi “recita” nel giallo

I personaggi in gioco

Nel romanzo giallo, oltre all’investigatore protagonista vi sono altre figure standard.

Una ovviamente è la vittima e non necessariamente si tratterà di un cadavere (può aver subito un ingente furto, un attentato, minacce di morte, eccetera); inoltre ci saranno dei comprimari.

Può trattarsi di aiutanti, altri investigatori (se il protagonista fa parte di una squadra investigativa); amici che possono attingere a informazioni cui l’eroe di turno non potrebbe arrivare da solo.

Un ruolo altrettanto importante lo giocano i vari sospettati. È attraverso di essi che si gioca l’abile ruolo dello scrittore di fornire false piste, atte a sviare anche il lettore più esperto.

Si badi, tuttavia, che depistare non significa ingannare con elementi che il lettore non potrebbe mai conoscere o che spuntano fuori dal nulla. Diversamente si tratterebbe di un bieco inganno, appunto.

Se lo scrittore ricorre a escamotage per dare un senso logico al suo giallo, non sapendo dare una conclusione logica, allora non è così esperto!

Questo schema va seguito in maniera così pedissequa? Certo che no, esistono romanzi in cui il colpevole viene subito dichiarato e l’attività dell’investigatore è mirata a capire come incastrarlo e consegnarlo alla giustizia.

Ricordate la serie tv del tenente Colombo? Ebbene, le sue storie iniziavano sempre dal colpevole! In tal caso, il romanzo si basa essenzialmente nella sfida tra l’investigatore e il criminale, impegnato a sfuggire o a non essere scoperto.

Essendo classificato come genere, il giallo ha anche dei sottogeneri, a seconda degli elementi ricorrenti che vanno a caratterizzare la narrazione di alcune storie.

I sottogeneri del Giallo

Il giallo puro o a enigma, per esempio, ha quasi sempre come protagonista un investigatore privato, o improvvisato. O ancora una persona comune che si trova invischiata nel delitto e deve dimostrare la sua innocenza.

Può essere anche un giornalista investigativo, un avvocato, uno scrittore di romanzi gialli come Jessica Fletcher (protagonista di un’altra nota serie tv).

Se invece è un medico, come inizialmente detto, o un più nello specifico un medico legale o un criminologo, si parlerà di giallo scientifico.

Nel poliziesco, invece, l’investigatore è un poliziotto. Il semplice membro di una squadra investigativa oppure il capo, un tenente, un commissario, un vicequestore aggiunto, un carabiniere e via dicendo. Ma appartiene comunque a un corpo istituzionale.

Questo tipo di storia è caratterizzata dalla descrizione delle reali procedure delle istituzioni protagoniste; per questo motivo è chiamato anche giallo procedurale e qualcosa in merito è già stata sapientemente scritta dal nostro Marcello in un precedente articolo.

Il romanzo crime può essere anche psicologico o d’azione, a seconda che si basi essenzialmente su ragionamenti e deduzioni; un sottile gioco mentale tra investigatore e colpevole, oppure preveda una vera e propria azione investigativa. Magari con tanto di inseguimenti e corse tra vicoli poco illuminati.

Giallo, noir e triller: c'è differenza?
Giallo, noir e triller: c’è differenza?

Noir e Thriller

C’è poi chi pensa che il noir sia uno dei sottogeneri del giallo, perché è anch’esso incentrato su un evento criminoso.

Tuttavia il noir ha i suoi stilemi ed è un genere a se stante; spesso la vicenda è vista dal punto di vista del criminale. Oppure non ha una soluzione positiva con tanto di trionfo della legge; o ancora si svolge in un’ambientazione in cui emergono degrado, locali malfamati, spaccio e prostituzione (come il buon Raymond Chandler insegna).

Anche il thriller è considerato da alcuni un genere a sé, mentre per altri è un sottogenere del giallo. Ciò perché obiettivo di entrambi è comunque provocare suspense in chi legge.

Un buon romanzo investigativo, infatti, deve lasciare il lettore con il fiato sospeso e la curiosità sino alla fine; ma quando la suspense è crescente e le emozioni forti sono il motore della storia (ancor più dell’indagine in sé), allora parleremo di thriller.

Un altro sottogenere vero e proprio, invece, è il giallo soprannaturale. In esso compaiono elementi di natura ultraterrena, come fantasmi, demoni o creature analoghe.

Un esempio tra i più noti in ambito narrativo è dato dalle storie con protagonista il commissario Ricciardi, di Maurizio De Giovanni; egli è in grado di vedere le anime dei defunti e ascoltarne le ultime parole. Nel mondo del fumetto, invece, Dylan Dog è uno dei più famosi investigatori del soprannaturale: l’“indagatore dell’incubo”, com’è definito.

Risolvi l’enigma

Il giallo è uno dei generi più seguiti e amati dai lettori e il motivo è semplice: consente quell’interazione di cui parlavamo poc’anzi.
Essi partecipano in qualche modo alla soluzione del caso. Ragionano di pari passo con l’investigatore, ma al tempo stesso cercano di formulare ipotesi personali e risolvere l’enigma in autonomia. Mettono così in atto una personale sfida, non tanto con il protagonista quanto con lo scrittore.

Ciò detto, che tu sia un appassionato di gialli o meno, caro dedaliano; che tu sia una Miss Marple o una Kay Scarpetta, amica dedaliana, sarò lieta di leggere i tuoi commenti se questo articolo ti è piaciuto.

Ci vediamo presto, da questo o dall’altro capo del filo!

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