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guadagno scrittore

Ciao dedaliano, 
sono Giorgia e oggi voglio parlarti ancora una volta del mondo editoriale. Forse ti ricorderai di quando abbiamo fatto un viaggio tra i mestieri del libro, ma c’è un attore editoriale di cui ancora non ti ho parlato: il primo, ovvero colui che il libro lo crea: lo scrittore. Come si fa a farsi mettere sotto contratto da una casa editrice e, soprattutto, quanto guadagna uno scrittore?

Agenti e contatti diretti, come si contrattano i diritti

Ci sono tre modi per farsi pubblicare da un editore: tramite contatto diretto dell’autore, per mezzo di un agente letterario o facendosi notare dagli scout letterari.

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Il contatto diretto

L’autore deve conoscere bene l’editore a cui vuole proporsi e in particolar modo quali libri pubblica tale editore. Gli editori infatti non pubblicano tutto e “basta che sia bello”, ma seguono una propria linea editoriale predefinita. Solo nel caso in cui il libro proposto possa arricchire la sua proposta editoriale, quell’editore sarà interessato alla pubblicazione. Dopo essersi accertati che quell’editore possegga una collana in cui il proprio libro si inserirebbe alla perfezione, l’autore si premurerà di scoprire cosa e come l’editore richiede (solitamente una sinossi e qualche capitolo del libro) e lo invierà in valutazione.

L’agenzia di rappresentanza

L’agente letterario, invece, può scegliere prima l’autore e poi il libro. Una volta che l’autore è entrato nella scuderia di un agente letterario, questi lo aiuterà a decidere quale libro proporre agli editori e si occuperà lui della proposta del libro durante una fiera di settore.

Attenzione però, perché solo gli agenti con relativamente pochi autori si occupano di realizzare delle proposal per conto di autori esordienti, in quanto il vero compito di un agente non è far conoscere l’autore, ma tutelare i suoi diritti e fare in modo che vengano pagati in modo adeguato. Si occupa più che altro della definizione del contratto editoriale, vantando una scuderia di autori che non ha bisogno di essere presentati per farsi volere dagli editori. Per cui, nel caso di un autore esordiente ha poco senso affidarsi a questi grandi agenti editoriali. Ciò di cui ha bisogno è qualcuno che prenda a cuore personalmente il proprio caso e lo promuova.

Lo scout

Lo scout è quella figura che non si sa bene chi sia e dove sia, ma che c’è e che è continuamente in cerca di nuovi autori. Il suo lavoro consiste nel guardarsi intorno e nel contattare chi gli sembra possa fare al caso dell’editore per cui lavora, a causa magari di uno stile incredibile o per i temi che tratta. Solo dopo chiede all’autore o autrice se abbia già un libro pronto o se vorrebbe scriverne uno. Se il libro c’è, l’editore sarà ben lieto di valutarlo, in quanto si fida del fiuto del proprio scout. 

Questi scout possono essere gli stessi editor delle case editrici o possono essere figure che si occupano solo di scouting. Esistono persino agenzie che fanno solo scouting e che magari sono specializzate nel trovare libri in una determinata area geografica. La domanda che potresti porti è: dove cercano solitamente gli scout? Nelle librerie, nei concorsi letterari o nei giornali online di un certo rilievo, in particolar modo tra i racconti brevi. Negli ultimi tempi, anche nelle classifiche dei libri auto pubblicati, per esempio su Amazon.

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Gli anticipi, anche quelli eccessivi

Quando si stipula un contratto editoriale, l’editore si impegna a fornire all’autore un certo anticipo sulle vendite, che corrisponde in linea di massima a quanto guadagna uno scrittore. L’anticipo non è qualcosa che viene pagato oltre le royalties, per cui si tratta proprio di una vera e propria stima di quante royalties l’editore prevede di pagare all’autore tramite la vendita di quel libro. Se il libro va bene e si vendono più copie del previsto, all’autore spetteranno le royalties maturate oltre all’anticipo già percepito; se il libro va male e si vendono meno copie del previsto, l’autore non dovrà restituire nulla comunque.

Mettiamo caso che l’editore X paghi all’autore Y un anticipo di 8.000 euro per la vendita del suo libro, e per la vendita di ogni singolo libro all’autore sia dovuto 1 euro. Vorrebbe dire che l’editore auspica la vendita di almeno 8 mila copie. Nel caso in cui ne vendesse solo 4 mila, l’autore non dovrebbe restituire il suo anticipo; mentre qualora di copie ne vendesse 12 mila, all’autore spetterebbero altri 4.000 euro di royalties.

E se l’anticipo non c’è?

Non tutti gli editori danno anticipi, ma di solito si cerca di effettuare un pagamento simbolico, in segno di rispetto per il lavoro dello scrittore o scrittrice. A titolo di esempio, si parte da poche centinaia di euro per i piccoli editori alle diverse migliaia, anche 20.000 euro di anticipo nel caso si tratti di un grande editore. La cifra oscilla anche rispetto al caso in cui si tratti di un esordiente o di un autore conosciuto o addirittura famoso, ovviamente.

Nel manuale Come pubblicare un libro vengono individuate tre diverse fasce di anticipi: la prima riguarda la micro-editoria e si aggira dai 100 ai 500 euro; la seconda riguarda gli anticipi per gli esordienti che vanno dai 1.000 ai 10.000; la terza fascia riguarda gli autori già famosi che partono dai 10.000 fino 50.000 ed oltre. Fanno eccezione gli autori di best-seller, che i grandi editori si accaparrano spendendo di anticipo molto più di quanto potranno mai guadagnare dalla vendita di quel libro. Si arriva così a cifre esorbitanti di centinaia di migliaia di euro, al solo scopo di vantare un certo autore nella propria scuderia.

Quanto guadagna uno scrittore

Nell’esempio che ho fatto prima, ho ipotizzato che per ogni singolo libro venduto all’autore spettasse un euro, e che quindi la royalty fosse di un euro per singola copia. Qualcuno a sentire questa cifra potrebbe storcere il naso. Se infatti un libro viene venduto a 16 e passa euro, perché mai all’autore spetta una così ben misera parte di guadagno?

I costi del libro

Parliamo velocemente di quanto costi un libro. Il commerciale deve infatti fare tale calcolo prima di permettere la pubblicazione di un libro, assicurandosi che l’editore non vada in perdita. Questo calcolo è solitamente riassunto con delle percentuali di guadagno su ogni singola copia, assumendo un tot di migliaio di vendite per quel libro. Grazie a tale calcolo, è possibile anche prevedere la percentuale di royalties previste per l’autore, ovvero quanto guadagna uno scrittore.

Le percentuali che leggerai, a parte l’IVA, rappresentano una media. Prendile quindi come un indicazione, non un dato di fatto riconducibile a ogni realtà editoriale. Approfondiamo questi dati nel già citato Come pubblicare un libro

  • 4% è l’IVA sui libri;
  • 12% sono le spese per ripagare il personale della casa editrice;
  • 2% sono spese di varia natura, come il magazzino dell’editore;
  • 5% serve a pagare il lavoro dei traduttori, se ce ne sono stati, e dei grafici;
  • 6% è dovuto all’agenzia di rappresentanza, se presente;
  • 13% sono le spese per la tipografia, come la stampa, la carta e la rilegatura;
  • 48% costa la distribuzione del libro in libreria, guadagno che si dividono il distributore, il promotore e la libreria;
  • 2% è il margine di guadagno effettivo dell’editore;
  • 8% sono le royalties che spettano all’autore.
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Le royalties

Osservando questa distribuzione dei guadagni, si nota subito che le spese maggiori di un editore sono quelle di distribuzione, e che la percentuale di guadagno minore l’ha proprio lui stesso. È quindi sbagliato aspettarsi un anticipo di molto superiore a quello a cui siamo abituati, l’editore non potrebbe permetterselo. Ciò che invece si può fare, e ciò che i bravi agenti di rappresentanza richiedono, è una percentuale che cresce a seconda delle vendite. Se infatti le percentuali elencate sopra sono calcolate pensando a un tot di migliaia di copie vendute, una volta che queste vengono raggiunte, si saranno ripagate alcune delle spese fisse. Un esempio di royalty dinamica potrebbe quindi essere:

  • 8% da 1 a 1.000 copie vendute;
  • 10% da 1.000 a 5.000 copie vendute;
  • 12% sopra le 5.000 copie vendute.

Calcolando le royalties in questo modo, nel caso in cui le vendite vadano bene, aumenterà anche ciò che spetta all’autore e sarà più semplice anche raggiungere l’anticipo versato dall’editore e quindi continuare a maturare altre royalties. In questo particolare caso, quanto guadagna lo scrittore su ogni singolo libro cambia all’aumentare delle vendite.

Si può vivere di scrittura?

Domanda a cui è difficile rispondere con un secco sì o no. Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno diciamo di sì, che è possibile. Se si riesce a entrare in un meccanismo virtuoso in cui ogni anno viene pubblicato un nostro libro e l’editore ci garantisce qualcosa come 15.000 euro di anticipo, con gli anticipi ottenuti e qualche altra royalties maturata si può certamente vivere di scrittura.

Nel caso dei self-publisher, dipende tutto da quanto ci si impegna nella promozione del proprio libro e quanti se ne scrivono all’anno.

Si può diventare ricchi con la scrittura? Tutti gli scrittori vi aspirano, ma ben pochi ci riescono. Sono ben noti i casi di J. K. Rowling, Stephen King o ancora George R. R. Martin, che però hanno avuto dalla loro anche l’aiuto delle trasposizioni cinematografiche, che offrono dei pagamenti sui diritti ben più sostanziosi di quelli che possono permettersi gli editori di libri stampati. Come abbiamo già visto, infatti, l’editore ha dei margini molto bassi sui libri che vende, e non è un settore così ricco come potrebbe sembrare dall’esterno. Chi aspira a divenire un autore ben pagato, dovrebbe per prima cosa divenire un lettore forte o comunque qualcuno che acquista periodicamente diversi libri da diversi editori, di modo da contribuire all’economia libraria.

Se vuoi saperne di più sul lavoro dell’editore e su quanto guadagna uno scrittore, troverai molto altro all’interno del nostro Come pubblicare un libro.
Noi invece ci ritroviamo sempre qui ogni due venerdì.

Ti aspettiamo all’altro capo del filo, dedaliano!

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Una risposta

  1. Desidero sapere se per un contratto editoriale stipulato oltre 20 anni fa l’editore conserva ancora i diritti di produzione cinematografica.
    Grazie

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