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Ciao Dedaliano, bentrovato tra le maglie della rete. Oggi parleremo di ghost writing.

Prima di tutto, però, ti chiedo come stai, hai caldo anche tu? Senti i neuroni dissolversi nella tua testa e le sinapsi fondersi come accade a me? Certo, con questo caldo diventa difficile persino pensare, figuriamoci scrivere.

Magari avremmo voglia che fosse qualcun altro, al posto nostro, a gettare sul foglio le nostre idee, sarebbe molto più semplice, vero? Ed è per questo motivo che oggi affronteremo il tema del ghost writing, la “scrittura fantasma”.

ghost writing, lo scrittore fantasma
Chi è lo scrittore nell’ombra?

Se sei un aspirante scrittore di certo ne avrai già sentito parlare, ma come per tutti i fantasmi non sai se crederci o meno. Sì, insomma, si tratta di mito o realtà? Esiste davvero il ghost writer? O è una leggenda metropolitana? Perché uno scrittore dovrebbe ricorrere a lui, o perché io, scrittore, dovrei diventarlo?

In poche parole, il ghost writing conviene? Se sì a chi? Quali sono i pro e contro di questa pratica letteraria?

Andando in libreria, guardando la TV o navigando nel web, ti sarai certamente imbattuto in libri scritti da personaggi noti del mondo dello spettacolo, dello sport, della politica. Alcuni sfornano libri a ripetizione, come se li avessero pronti nel cassetto per ogni situazione e, soprattutto, oltre a essere noti nel loro campo hanno anche un gran talento letterario. Possibile?
Non c’è che dire, a certi capitano tutte le fortune.

A cosa serve il ghost writing

In realtà, nella maggior parte dei casi, questi personaggi fanno ricorso al ghost writing e hanno uno “scrittore fantasma” che presta loro la propria penna e mette il suo talento al servizio di qualcuno, il cui nome e la cui notorietà farà di certo andare il libro a ruba.

Ti chiederai se solo i personaggi dello spettacolo, sport, politica, hanno un ghost writer, o se possa averlo anche uno scrittore.
Ebbene sì, forse ti stupirai o forse lo sai già, anche gli scrittori possono avere un aiutante. Un altro scrittore che scrive libri al loro posto per produrre di più e in fretta, o spaziare su generi differenti e soddisfare un pubblico più ampio.

Il ghost writing serve anche a questo e talvolta è la stessa casa editrice a incaricarne uno, per poter aumentare le vendite di uno suo scrittore di punta, già famoso.

nel ghost writing il reale scrittore non è detto che compaia
Nel ghost writing non è detto che il reale scrittore compaia

Come funziona, in questo caso? È presto detto: l’editore (o talvolta è lo stesso autore di successo a scegliere di rivolgersi in autonomia a un ghost writer) invia allo “scrittore ombra” delle bozze molto grezze, approssimative, talvolta una sorta di scaletta con la sintesi dei capitoli. Sta poi a chi si occupa del ghost writing rielaborarle e svilupparle.

Come funziona il ghost writing

Per fare ciò, però, lo scrittore fantasma non procede in autonomia, deve rispettare le intenzioni dell’autore che firmerà il libro, per cui lavorerà a stretto contatto con lui/lei, contattandolo/a spesso, confrontandosi per verificare se ciò che scrive è in linea con le sue idee, intenzioni, personalità.

Già, perché nel ghost writing è importante far emergere la personalità di chi firmerà il libro “mettendoci la faccia”. Questo un bravo ghost writer lo sa.

Ora, immagino che siano diverse le domande che ti stanno sorgendo spontanee, caro dedaliano. E una è di certo questa: solo un autore famoso o un personaggio noto possono ricorrere a uno scrittore fantasma?
La risposta è no. Al ghost writing può ricorrere anche una persona qualsiasi che ha un’ottima idea, sente e sa che è vincente, ma sa anche di non avere competenze o talento sufficiente per realizzarla. E allora, perché non tentare la sorte in due, anziché rinunciarvi?

Alcune agenzie di servizi letterari offrono questo tipo di possibilità e non solo agli editori o agli scrittori, talvolta lo fanno anche per persone che, per vezzo o romanticismo, vogliono vedere stampata la propria storia. Per esempio, la storia di un incontro sentimentale, o di una persona speciale, da regalare personalizzata per una ricorrenza particolare, come un anniversario.

Si è lo specchio dell'autore noto
Un bravo ghost writr dev’essere lo specchio dell’autore che rappresenta

L’altro dubbio che si starà sorgendo è: il ghost writing è solo una pratica del mondo della scrittura?

Non solo scrittura

Sì e no, nel senso che esistono figure analoghe in altri campi, ma in tal caso si chiameranno in maniera differente, non trattandosi di scrittura.
Hai mai visto il film “Big Eyes” del grande Tim Burton? In questo caso parliamo di pittura e di un artista poco talentuoso che firma i quadri della moglie, la quale, al contrario, di talento ne ha da vendere… in tutti i sensi.

E non è l’unico esempio, si dice che il grande Hitchcock dovesse molto al talento della moglie Alma Reville, che influenzò tanto la scrittura, quanto la regia, del più noto marito, lavorando ai suoi film in maniera talvolta accreditata, talaltra in modo, per così dire, “informale”.

E non sono gli unici campi. Nel mondo del fumetto, alcuni coloristi tra i più noti, per velocizzare il proprio lavoro e assumere più incarichi, si rivolgono a un “tintapiattista”, che spesso rimane occulto.
Questo si occupa di dare alla tavola i colori di base (i così detti “colori piatti”), poi l’artista del colore, più noto, si occuperà delle sfumature e degli effetti, che conferiscono pathos agli ambienti e tridimensionalità alle figure.

Il ghost writing, inoltre, può riguardare anche il campo della sceneggiatura. Che sia cinematografica o di altro genere.
Insomma, il ghost writing non è l’unica pratica più o meno “occulta” del mondo dell’arte. Dico “più o meno” perché talvolta il nome dello “scrittore ombra” non è del tutto nascosto ma è, per l’appunto, solo in ombra. Quindi a cercare bene lo si vede.

Sempre e solo “ghost”?

Nel senso che il nome dello scrittore noto campeggerà in alto e a caratteri cubitali sulla copertina, mentre quello del ghost writer apparirà più in piccolo, o in certi casi solo nei credits o nell’esergo, come dedica e ringraziamento dell’autore.

L’altra domanda che ti starai ponendo, amico dedaliano, è: quali caratteristiche dovrei avere per entrare anch’io nel mondo del ghost writing?
Forse questa figura ti affascina perché ti ricorda un po’ quella di un agente segreto sotto mentite spoglie. Oppure perché sei incredibilmente timido e andare alle fiere a firmare autografi, confrontarti con la gente, parlare dinanzi al pubblico nelle presentazioni, non fa per te e credi che quella del “fantasma” sia la dimensione giusta.

In tal caso ci sono un po’ di cose che dovresti sapere.

generi letterari
Se sono un “ghost writer”, devo scrivere solo horror?

Le qualità nel ghost writing

La prima qualità di un ghost writer è saper scrivere molto bene. Può sembrare scontato, vero? Be’, non lo è affatto. I testi di uno scrittore fantasma devono essere fluidi, scorrevoli, perfetti dal punto di vista grammaticale e ortografico.

Ma non è sufficiente. Nel ghost writing, come accennavo prima, bisogna mettersi al servizio di uno scrittore e quindi essere flessibili, adattandosi alla perfezione allo stile narrativo del collega più noto (o comunque colui che apparirà come autore) e alla sua personalità.

Insomma, in un perfetto “effetto Zelig”, lo scrittore ombra deve modellarsi sulla personalità altrui e avere, in qualche modo, le doti di un bravo attore che è in grado di impersonare più ruoli e spaziare in deversi generi letterari, padroneggiandone i vari stilemi.

Avere grande umiltà. Forse è questa la dote più importante per un ruolo simile e anche la più difficile da possedere. Perché un bravo scrittore è sempre un po’ narcisista e rimanere a lungo nell’ombra non è semplice e non è da tutti.
Lo può fare solo chi non ha grande propensione per i riflettori e il pubblico. O chi prende il ghost writing come un divertimento, con intelligenza e ironia, consapevole delle proprie doti ma senza volerle sbandierare.

Magari perché è già gratificato in altro modo o in altri campi. O è uno scrittore di discreto successo, pur non essendo un “big” della narrativa mondiale, e desidera “arrotondare un po’”, continuando a vivere di scrittura.

dal ghost-writing alla notorietà
Un bravo ghost writer non rimane al lungo occulto

Quanto guadagna un ghost writer?

E veniamo quindi alla domanda cruciale. E sì, caro dedaliano, quella che hai trattenuto dentro fino a questo momento perché ti pareva troppo venale.
In sostanza: quanto si guadagna con il ghost-writing?
Bisogna distinguere tra due diverse tipologie di ghost writer: quello interno a una casa editrice e il freelance.

Nel primo caso, il compenso medio a libro è di 5.000 euro circa, 2000 per le case editrici più piccole (le micro, invece, non ne hanno quasi mai). Si tratta di cifre una tantum, nel senso che l’autore occulto riceve il compenso per il servizio di ghost writing e basta. Niente royalties, nessun diritto secondario (di traduzione, adattamento cinematografico, eccetera), che rimangono in capo all’autore principale, il cui nome risulta in bella mostra sulla copertina.

A meno che il ghost writer non risulti come secondo autore, per cui riceverà anche una piccola percentuale dei diritti d’autore.
C’è anche un secondo vantaggio, però. Se l’autore è davvero bravo nel ghost-writing, la casa editrice spesso lo valorizzerà anche come scrittore. Insomma, non rimarrà a lungo un “fantasma”. A meno che non sia lui a volerlo.

Il freelance, invece, avrà un compenso un bel po’ più alto. Si va all’incirca dai 1.500 ai 12.000 euro in base alla lunghezza e alla complessità del testo (biografie, romanzi, saggi, manuali, racconti, fiabe, sceneggiature, testi di canzoni, e così via…).

Insomma, caro dedaliano, questo è quanto. A prescindere dal fatto che tu abbia deciso di rivolgerti a uno scrittore ombra, o di cimentarti nel mondo del ghost writing, ti invito a fare un giro nel sito della nostra agenzia e a lasciarci un commento qui di seguito, o citarci sui social con gli hashtag #ioleggotutto e #ghostwriting.

Buona estate!
Ti aspettiamo dall’altro capo del filo, dedaliano.

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