Ciao dedaliano,
sono Giorgia e oggi ti parlo della correzione di bozze. Esistono vari modi di concepirla, ma quella fatta “vecchio stile” è una sola: la correzione delle bozze tipografiche. In questo articolo ti parlerò di come farla e di quali sono le alternative per un redattore che deve correggere un testo. Attenzione però a non confonderti, non parliamo di editing ma della revisione che solitamente avviene dopo l’editing.
Sommario
Forma e contenuto
La correzione di bozze non deve fare attenzione soltanto ai refusi. Nel controllare un testo è opportuno prestare la stessa attenzione sia alla forma che alla sostanza. Controlliamo quindi gli errori ortografici, gli errori grammaticali, ma anche gli errori di contenuto: se un personaggio cambia nome, dobbiamo accorgercene; se una città si trova nella regione sbagliata, bisogna correggerlo.
Mai dare per scontato che il contenuto sia già del tutto corretto. Anche se a scrivere un saggio di storia è un professore universitario, le sviste capitano a tutti. Anche se è stato fatto editing, di nuovo, le sviste capitano a tutti. Quando autore ed editor si occupano di mettere le mani sul testo, è inevitabile che arrivino a conoscerlo così bene da non fare più caso alle piccole incongruenze. Infatti, la loro mente crea dei collegamenti mentali anche dove nel testo mancano, provvedendo a colmare le mancanze. Per cui se il bar-man si è chiamato sempre Tom per tutto il libro, anche se a un certo punto leggeremo Tod, crederemo di star leggendo Tom.
La correzione di bozze e l’editing
Molti editor non si occupano minimamente di correzione di bozze. Si focalizzano solo sull’analisi dei contenuti per non farsi distrarre o rallentare da una tipologia di errori che effettivamente non compete a questa figura editoriale. Difatti, dopo ogni editing in casa editrice si procede sempre (o si dovrebbe, quantomeno) alla correzione di bozze. Qui alla Dedalo invece i nostri editor tengono davvero che il testo su cui lavorano esca “pronto per la stampa”, ed è per questo che nel nostro servizio di editing è inclusa anche una prima correzione delle bozze da parte dell’editor.
Quindi non serve fare la correzione di bozze dopo l’editing?
Non proprio. Come ho scritto, l’editor entra troppo in contatto con il testo per potersi accorgere di tutti i refusi; inoltre, a volte alcuni errori derivano proprio dal processo di editing stesso: l’autore riscrive alcune frasi, ma lascia alcuni elementi delle frasi precedenti. Ed è così che da “Dovevo dirle che stai bene” la frase può diventare “Dovrei dirle che stai ti sei ripreso?”.
Non è nulla di strano, capita a tutti. E se nessuno se ne accorge, solo il correttore di bozze può scovare quel tipo di errore.
Quante volte si corregge il testo
Una a persona. Nessuna eccezione.
Ed è anche il motivo per cui ho detto che un editor non può scovare i refusi allo stesso modo in cui lo fa un correttore di bozze. Il correttore di bozze fa una lettura lenta del testo, rallentando volontariamente la propria velocità di lettura, di modo da aumentare la propria accuratezza.
Una volta che ha finito la correzione, per lui sarebbe inutile procedere con una seconda revisione del testo, in quanto anche lui sarebbe troppo vicino al testo per accorgersi dei rimanenti refusi come farebbe un estraneo alla sua prima lettura. Per questo motivo, gli editori particolarmente attenti al dettaglio procedono con due giri di revisione di bozze, fatti da due redattori diversi.
Potrebbe essere necessario procedere con il doppio giro di bozze anche nel caso in cui i refusi corretti al primo giro siano stati particolarmente numerosi; in questo caso il redattore potrebbe avere il dubbio di non aver visto una tipologia di errore in quanto troppo concentrato su altri tipi di errori presenti.
Come si fa la correzione di bozze
I redattori che si apprestano a compiere una correzione di bozze chiedono all’editore la bozza tipografica.
Si tratta della prova di stampa del libro già impaginato, ma con margini molto ampi per potervi inserire delle note. È importante che le bozze siano su carta, se possibile, in quanto i refusi si vedono meglio, mentre nel testo sul display si tende a non vederli così bene. Inoltre, è importante che siano fatte dopo l’impaginazione in quanto è compito del correttore di bozze anche l’individuazione di problemi grafici che possono presentarsi nel libro. Ad esempio, si cercano:
- le incoerenze stilistiche (font diversi, spazi di troppo, ecc.);
- i righini (paragrafo molto lungo con un’ultima riga di sole una o due sillabe);
- le vedove (prima riga di paragrafo a fine pagina);
- le orfane (ultima riga di paragrafo a inizio pagina).
Si cercano anche le incoerenze con le norme editoriali. Il redattore ha infatti a disposizione le norme redazionali dell’editore per cui svolge la correzione, e segnala nelle bozze la mancata aderenza a tali norme. Possono anche esserci degli errori di normatura non previsti dalle norme redazionali fornite dall’editore; in questo caso ci si può riferire a dei normari più generici, come Il Nuovo Manuale di Stile di Roberto Lesina.
I simboli della correzione di bozze
In foto sono presenti i simboli più comuni e conosciuti, ma ogni redattore può inventarsi i propri, volendo. L’importante è che siano chiari e inequivocabili, dato che dovranno essere compresi dall’impaginatore che inserirà le correzioni all’interno dell’impaginato.
I simboli della correzione vanno inseriti sia dentro il testo, esattamente nel punto da modificare, sia nei margini a lato.
Dato che non si deve mai scrivere dentro al testo (ricordiamoci di dover essere chiari), ciò che deve essere cambiato va precisato invece soltanto nel simbolo riportato nei margini. Quindi, ad esempio, se nel testo c’è scritto “cosìfu”, dentro al testo metteremo un simbolo di riconoscimento come “così|fu” mentre ai margini riportiamo lo stesso simbolo e indichiamo l’intervento. In questo caso )|( indica che dove c’è quel simbolo le lettere vanno separate.
Sempre per mantenere la massima chiarezza espositiva, non si dovrebbe mai utilizzare lo stesso simbolo di riconoscimento più di una volta all’interno della stessa pagina. Sbizzarrisciti quindi nel trovarne diversi che siano adatti allo scopo e che ti è comodo utilizzare.
La revisione al computer
Quindi non si può fare la correzione di bozze davanti a un computer? Dipende. Di sicuro non è possibile farla se si è alle prime armi come redattori, ma se si è redattori esperti ci si può riuscire. Infatti, l’occhio di un redattore esperto è allenato ed è capace di rallentare la lettura anche su quei dispositivi che solitamente ci spingono a leggere più velocemente.
Rimane comunque un metodo più faticoso di quello cartaceo. Inoltre, dovendo effettuare la correzione di bozze dopo l’impaginazione, si sarà costretti a usare il formato pdf e a inserirvi dei commenti per l’impaginatore, il che è più scomodo per entrambi i professionisti.
Per chi vuole invece avere una revisione di un testo destinato a internet, o di cui non è prevista un’impaginazione professionale, può bastare anche una revisione fatta su Word, facendo sempre attenzione che a realizzarla non sia qualcuno che ha già letto il testo, e che sia abbastanza esperto da poter revisionare anche a display.
Spero che questo breve excursus sul mondo della correzione di bozze ti abbia chiarito la sua importanza, da non sottovalutare mai se si sta realizzando un prodotto editoriale di alto livello.
Ti aspettiamo all’altro lato del filo, dedaliano!
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