Ciao, dedalian*! Sono Francesca, e mi piacerebbe oggi affrontare con te un tema un po’ particolare, a cui sempre più persone e aziende stanno cominciando a prestare attenzione (per fortuna, aggiungerei): quello della scrittura inclusiva.

Se non sai di cosa io stia parlando, l’asterisco che ho utilizzato nella formula di saluto all’inizio di questo articolo potrebbe essere un ottimo suggerimento per capirlo. Lo scopo della scrittura inclusiva, infatti, è quello di far sentire incluso e rappresentato chi si trova dall’altra parte dello schermo, a prescindere dalla sua identità di genere.

La questione è controversa, lo so, e forse starai già storcendo il naso di fronte a queste righe. Cominciamo con alcune premesse, quindi, così che tu possa capire quanto questo obiettivo possa essere raggiunto facilmente utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla nostra lingua (e senza farle alcun torto!).

Alcune premesse

  • A chi si rivolge questo articolo: questo articolo è pensato per tutti coloro che si occupano di scrittura e comunicazione. Non farò riferimento alla narrativa, ma piuttosto alla scrittura per il web, alla manualistica e alle politiche di comunicazione aziendale. Ciò non significa che questi consigli non siano utili per tutti gli altri: imparare a scrivere in modo inclusivo è utile anche per scrivere un post su Facebook o un articolo di un blog personale.
  • L’invito a scrivere in modo inclusivo non va tradotto come un attacco alla lingua italiana. So bene che, in italiano, il maschile può fungere da genere neutro per riferirsi ad un pubblico non omogeneo. A volte, però, soprattutto quando si affrontano certi temi, è necessaria qualche attenzione in più.
  • La lingua non è un prodotto preconfezionato che viene imposto dall’alto, ma si adatta continuamente alle esigenze dei parlanti. Il rispetto delle disuguaglianze rientra proprio tra queste, ed è quindi necessario cominciare a fare uno sforzo in più per far sì che si rifletta anche nelle parole che usiamo (e poi è anche una bella sfida di scrittura, no?).

Consigli di scrittura inclusiva

I colori della scrittura inclusiva

Bene, ora veniamo al dunque! Mettiamo caso che tu voglia scrivere un manuale per un pubblico molto ampio (noi della Dedalo, per esempio, abbiamo curato molti testi del genere, in questi anni: libri di crescita personale, manuali sul risparmio, sulla cura e la gestione dei figli e tanti altri) o, ancora, che tu debba scrivere un articolo per una rivista o per un sito web: in che modo puoi provare a far sentire il tuo pubblico il più incluso possibile?

  • Sostituisci i participi: un primo modo per evitare di rivolgersi al pubblico al maschile è quello di evitare formule come “sei interessato/siete interessati”, “sei soddisfatto/siete soddisfatti”, e così via. Insomma, quello di evitare il participio passato.
    Ti stai chiedendo come? Non c’è bisogno di riempire il tuo testo di asterischi: la lingua italiana dispone già di tutti i mezzi per farlo. In questo caso, per riprendere gli esempi già citati, basta optare per formule come “Ti interessa” o “Ti soddisfa”.
  • Costruisci la frase in modo diverso: se non riesci a modificare in modo inclusivo ciò che hai scritto, prova a costruire la frase in modo diverso. Facciamo subito un esempio. Mettiamo caso che tu voglia scrivere un manuale in cui rivolgerti a tutte le persone interessate al settore del giardinaggio. Invece di esordire con un “Ti piacerebbe diventare un giardiniere?”, scegli formule come “Ti piacerebbe lavorare nel campo del giardinaggio?”. Semplice, no?
  • Usa delle perifrasi: Anche le perifrasi, ovvero i giri di parole, possono aiutarti a rendere la scrittura inclusiva. Mettiamo caso che tu voglia scrivere qualcosa del tipo: “Dopo esserti iscritto, potrai visualizzare una serie di contenuti a te dedicati”. Utilizzando una perifrasi, potresti in questo caso scrivere: “Dopo aver completato l’iscrizione, potrai visualizzare una serie di contenuti a te dedicati”.

Ancora due consigli di scrittura inclusiva

  • Usa la forma passiva (senza esagerare): anche il passivo è un ottimo stratagemma per evitare di specificare il sesso dell’agente, soprattutto se si tratta di un agente costituito da un gruppo vario di persone. Come potresti evitare, ad esempio, una frase come la seguente? “Gli agenti hanno interrogato la testimone per un’ora”. Così: “La testimone è stata interrogata per un’ora”.
  • Attenzione ai nomi di professione: quella dei nomi di professione è una questione molto complicata, almeno all’apparenza. Se vuoi approfondire, ti consiglio di leggere Femminili singolari della sociolinguista Vera Gheno. E ricorda: dal punto di vista linguistico, non c’è nessun motivo per cui un sindaco donna non possa essere chiamata sindaca!

Per concludere

Sfumature della scrittura inclusiva

Sono consapevole di quanto il tema della scrittura inclusiva sia delicato e, talvolta, difficile da mettere in pratica. Ma perché non provarci con gli strumenti che abbiamo a disposizione? Il tuo pubblico apprezzerà, ne sono certa.

Ti lascio con questo articolo, che mi ha spinta ad affrontare questo tema con te. Qualora volessi approfondire, vi troverai tante altre riflessioni interessanti per comprendere meglio l’importanza della scrittura inclusiva.

Ti aspettiamo all’altro capo del Filo, dedalian*! A presto!

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2 Risposte

  1. Bellissimo articolo, davvero utile. Sarebbe interessante anche capire come rivolgersi in forma neutra nel parlato, in inglese è semplice (usando they/them) ma in italiano è sempre in po’ rischioso.

    • Ciao Martina, sono contenta che tu abbia trovato utile il mio articolo! Sono d’accordo, adottare questi accorgimenti nel parlato è ancora più difficile. L’italiano è una lingua morfologicamente più flessa dell’inglese ed è per questo che è più complicato trovare soluzioni in tal senso. Un consiglio che posso darti è quello di cercare di usare il più possibile costruzioni e perifrasi che permettono di omettere il genere. Se invece ti dovesse capitare di rivolgerti a una o più persone non binarie, la soluzione migliore è sempre quella di chiedere alle dirette interessate come preferiscono che ci si rivolga loro 🙂

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