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Ben ritrovato, dedaliano!
Nel mio ultimo articolo ti avevo parlato dei dialoghi, precisando che possono ricoprire anche una funzione descrittiva. Vorrei approfondire l’argomento occupandomi di due elementi fondamentali della narrazione, strettamente connessi tra loro: l’ambientazione e le descrizioni, appunto.
Inizierò oggi a parlarti della prima.

Ambientazione

Quando diciamo che un romanzo è ambientato in un certo luogo e in una determinata epoca stiamo parlando dello sfondo su cui si muovono i personaggi e si sviluppa l’azione. Ma non solo.

Luogo e tempo sono i due elementi più immediati dell’ambientazione e assolvono di certo quella funzione.
Sapere dove è ambientato il romanzo aiuta il lettore a mettere a fuoco la scena: attraversare in auto un paesino della campagna inglese è un’esperienza molto diversa dal muoversi nel traffico congestionato di Roma, così come una notte all’addiaccio avrà un impatto assai differente se trascorsa su una spiaggia delle Maldive o nel deserto del Sahara.

Allo stesso modo il quando può fornire molteplici scenari: se il romanzo è ambientato al giorno d’oggi e sappiamo che il protagonista è benestante, la frase “Mario passò la serata davanti alla tv” ce lo fa immaginare disteso su un divano di ultima generazione di fronte a un maxi-schermo ad alta definizione. Se però spostiamo la scena negli anni Sessanta, la mente ci suggerirà magari la visione di Mario seduto uno scomodo sofà, davanti a un vecchio televisore che rimanda immagini sfocate in bianco e nero.

Altri elementi dell’ambientazione, secondari ma certo non trascurabili, contribuiscono a dare colore alla storia e interagiscono con essa, fino a diventare in certi casi imprescindibili. Il clima, il contesto socio-culturale e l’atmosfera che certi ambienti evocano sono tra i più importanti. Basta pensare, ad esempio, ai romanzi gotici ambientati in bui castelli medievali.

ambientazione castello gotico

Tutti questi elementi hanno un obiettivo comune…

Rendere visibile la storia

È questo infatti lo scopo fondamentale dell’ambientazione: permettere a chi legge di vedere scorrere la storia davanti ai suoi occhi. Quando l’autore non fornisce gli strumenti necessari, il lettore è costretto a fare ricorso alla propria fantasia. Ed è un grosso rischio.
Se leggiamo un brano come questo:

Mario camminava senza fretta verso il luogo dell’appuntamento, era in anticipo. Dario arrivò puntuale; parcheggiò, scese e gli consegnò il pacchetto. Si scambiarono una stretta di mano, poi Mario lo osservò risalire in auto e ripartire sgommando. Accese una sigaretta e s’incamminò per tornare a casa…

Veniamo a conoscenza di alcuni fatti, ma non ci è dato di sapere dove e quando si sono svolti.
Il luogo dell’appuntamento era una piazza di città, una strada di campagna, il parcheggio di un supermercato o che altro? Era mattina presto, mezzogiorno, sera o notte? Quanto deve camminare Mario per tornare a casa: cinque minuti, mezz’ora, due ore? E qual è la sua “casa”: un appartamento in un condominio, una villetta di campagna, un fetido sottoscala o un lussuoso residence?

Non lo sappiamo, l’autore non ha ritenuto di dovercelo dire. Ma se vogliamo immaginarci la scena siamo costretti a rispondere a buona parte di quelle domande.

Dal momento che la consegna sembra essere stata furtiva, ci raffiguriamo che sia avvenuta di sera tardi, o addirittura di notte, e lontana da sguardi indiscreti, magari in una stradina di periferia. A quell’ora Marco non avrà fatto certo molta strada, perciò è probabile che abiti in una delle prime case del borgo, dove non corre il rischio di incontrare qualcuno rientrando. Ecco, ora che abbiamo ricostruito tutti questi particolari possiamo “vedere” la scena in maniera nitida.

Se tuttavia dieci pagine dopo scopriamo che l’incontro è avvenuto di pomeriggio nel viale della stazione di una grande città e che Marco abita al decimo piano di un condominio, non siamo contenti di essere costretti a buttare tutta la scena che avevamo immaginato per costruirne una completamente nuova: la sensazione è che Marco ci abbia tradito, ma in realtà è stato l’autore a farlo.

Ambientazione poco curata: romanzi magri e grassi

Quando l’ambientazione è poco approfondita e le descrizioni sono carenti, si corre il rischio di produrre quelli che amo definire romanzi magri, in cui cioè la storia che l’autore intende raccontare si trasforma in una mera sequenza di azioni.

La sveglia suonò alle sette in punto, Luigi si alzò e andò in bagno. Fece colazione, poi si vestì e uscì di casa. L’autobus stava arrivando proprio in quell’istante e si affrettò a salire a bordo. Un quarto d’ora più tardi arrivò a destinazione, scese e camminò veloce in direzione dell’ufficio.

Che noia! Proviamo a inserire un po’ di polpa.

La sveglia suonò alle sette in punto. Luigi scalciò le coperte e muovendosi come un automa si diresse verso il bagno. Si lavò il viso sotto il getto dell’acqua fredda, un’abitudine che risaliva all’infanzia, quando sua madre era costretta a tirarlo giù dal letto di peso. Rinfrancato dal brusco risveglio, preparò la moka e mentre il caffè saliva imburrò due fette di pane e le ricoprì di marmellata di albicocche. Ancora in pigiama, fece colazione in soggiorno davanti alla finestra che si affacciava sul corso principale. Il cielo era grigio e preannunciava un’altra giornata fredda e umida, come le precedenti di quel novembre insolitamente rigido.

Dopo aver lasciato due righe per la donna delle pulizie, con la raccomandazione di non toccare il computer, si vestì in tutta fretta per non rischiare di perdere l’autobus ed essere costretto a guidare nel traffico caotico del mattino. Afferrò al volo un plico di documenti dal tavolo del salotto, li infilò nella ventiquattrore e scese le scale di corsa, cercando di abbottonare l’impermeabile con la mano libera.
Appena in tempo, pensò cercando di tenere a bada il fiatone, mentre si accodava a una giovane di colore che stava cercando di issare a bordo un passeggino alquanto ingombrante

I fatti sono gli stessi narrati nelle prime due righe della versione “magra”, ma il lettore ha potuto tirare il fiato in quel succedersi incalzante di azioni e ora sa molte più cose di Luigi: ha sbirciato il mondo in cui vive e può vederlo muoversi al suo interno.

Non bisogna però farsi prendere la mano dal desiderio di voler descrivere ogni particolare, perché in quel caso si finisce per infarcire il narrato di dettagli inutili, con il rischio di ottenere il risultato opposto: un romanzo grasso.

Occorre infatti tenere sempre presente che per quanto l’ambientazione possa, e debba, svolgere un ruolo attivo nella storia, è lei a essere al servizio dei personaggi e della trama. Mai il contrario.

ambientazione cittadina

Per concludere…

Di questo e tanto altro, caro dedaliano, ti parlerò nella seconda parte dell’articolo, in cui cercherò di indicarti come sfruttare le descrizioni per rendere viva la storia, senza annoiare il lettore.
Nel frattempo, puoi sempre spulciare il nostro Blog e recuperare gli articoli precedenti! 

Continua a seguirci…
Ti aspettiamo all’altro capo del filo, dedaliano!

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2 Risposte

    • Bene, ne sono felicissimo.
      Se le capita di avere dubbi o richieste di approfondimenti non si faccia scrupolo di chiedere, mi raccomando.
      Buona serata,
      Marcello

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