Bentrovato, dedaliano!
Dai meandri del web, rintanata qui nel blog, è Ilaria che vi parla. Dopo avervi spiegato come creare una storia affascinante, oggi voglio parlarvi del messaggio e della morale che si nascondono in ogni storia, la parte sommersa dell’iceberg.
Eh sì, perché ognuna di esse ha una parte che resta sommersa ed emerge solo attraverso l’intero arco narrativo. Eppure è importante per animare gli elementi principali del complesso sistema che è un romanzo, film o graphic novel che sia.
Il messaggio e la morale sono costituiti in realtà da diversi aspetti, compresi alcuni elementi che vanno a caratterizzare i personaggi, ma non emergeranno mai nella storia.
Tuttavia, servono comunque all’autore per dare supporto, spessore e tridimensionalità a ciascuno di essi. Ne costituiscono il carattere, i gusti, il pensiero complessivo e il vissuto, determinando il loro modo di comportarsi e di agire.
Sommario
Messaggio e morale di ogni vicenda
Parleremo di questa realtà sommersa attraverso il Messaggio e la Morale. Perché questa struttura nascosta, quella che rimane nel profondo della nostra narrazione, è data anche da questo ed è inoltre anche ciò che accade nella realtà.
Nel relazionarci con gli altri, infatti, di tutto ciò che noi siamo non appare che una minima percentuale. Comunichiamo per strutture superficiali; il nostro linguaggio lo è, ad esempio.
Mentre quella profonda (il nostro vissuto, i valori, le convinzioni) non appare se non di tanto in tanto, in accenni metalinguistici non sempre facili da cogliere.
Ma torniamo alle storie. Insomma, con questa parte sommersa ti sto facendo trattenere il fiato troppo a lungo, vero? Lasciamola affiorare.
Il Messaggio
Lo potremmo chiamare anche Assioma, o Presupposto. È semplicemente (per modo di dire) quello che vogliamo comunicare attraverso la nostra storia. Ciò che al lettore rimarrà dentro, l’eredità che gli vogliamo lasciare.
Esso differisce dalla Morale, che fa ugualmente parte del sotteso.
In apparenza, Messaggio e Morale possono sembrare la stessa cosa. Il primo è il Messaggio che vogliamo lanciare ai nostri lettori, la Morale è l’insegnamento che ne scaturisce.
Il Messaggio, inoltre, dovrà essere presente in tre elementi fondamentali del costrutto di ogni narrazione. Nello specifico: nel Carattere del protagonista, nel Conflitto, nella Conclusione.
Niente male quanto a complessità, vero? Ma è più semplice di quanto sembri.
Voglio farti capire meglio la necessità di questa parte sommersa e di quella che viene chiamata Regola delle 3C con un esempio.
Prendiamo come presupposto una storia cinematografica particolarmente nota: “The Truman show”. Se non l’hai già visto, ti consiglio di recuperare questa mancanza al più presto; in ogni caso, la vicenda è in estrema sintesi questa:
Viviamo tutti in una finzione?
Truman è un giovane che svolge una vita all’apparenza normale e serena, fino al giorno in cui alcune cose strane iniziano ad accadere e a dargli dei segnali d’allarme (in primis un riflettore che cade dal cielo).
Incuriosito, cerca di saperne di più fino a che, dopo vari tentativi e altrettanti ostacoli, non giunge a comprendere la verità: la sua vita non è reale ma un enorme reality show, creato da un regista all’atto della nascita dello stesso Truman.
La madre naturale lo ha abbandonato e lui è stato “adottato” da una troupe cinematografica, la quale ha trasmesso in diretta ogni evento che ha caratterizzato la sua esistenza.
Preso consapevolezza di ciò e delle limitazioni che ha subito la sua vita, decide di lasciare lo show per iniziare a vivere davvero.
Alla ricerca di messaggio e morale
Il Messaggio che The Truman show vuole darci, e quindi il presupposto che anima la storia, potrebbe essere: la vita non è mai ciò che sembra.
Analizzandolo, però, ci rendiamo conto che questo ha a che fare solo con due aspetti: il Conflitto e la Conclusione.
Nel momento in cui si verifica l’evento del riflettore, infatti, la curiosità di Truman viene stimolata e scatta il cosiddetto Conflitto. L’evento finale è la scoperta che la sua vita è stata fino a quel momento una montatura.
Nulla ha a che vedere con il Carattere del personaggio: è qualcosa che lui apprenderà solo dopo. Solo due requisiti su tre sono soddisfatti, per cui questo non è il nostro Presupposto. Non è la chiave di lettura sommersa.
E se fosse: tutti noi siamo attori di una finzione? La storia narrata ha dei chiari riferimenti metafisici, per cui sì, potrebbe essere questo: fa parte del Carattere (inteso anche come “caratterizzazione” in senso lato) del personaggio di Truman (è un attore inconsapevole), così come anche della Conclusione.
È ciò che lui scopre di sé alla fine. Eppure non ha molto a che vedere con il Conflitto.
Infatti si rende conto della finzione assai dopo l’evento scatenante, quello che va a sfidare il suo fatal flow di persona adagiata in una vita ordinaria e che dovrebbe creare il Conflitto.
La Morale
Proviamo con: chi osa andare oltre le apparenze può conoscere la verità. Confrontato con il Carattere si direbbe corrispondere: è vero che Truman si crogiola in una quotidianità tranquilla, ma spesso ha dei guizzi di dubbio.
Al verificarsi dell’evento critico (caduta del riflettore), questi dubbi iniziano a sfidare il suo fatal flow (Conflitto) e a scatenare la sua curiosità, con la conseguente determinazione a conoscere la verità.
Questa, alla fine, viene svelata (Conclusione) ed ecco finalmente il nostro Messaggio, la chiave di lettura sommersa. Una chiave che di certo può aprire anche un significato di tipo trascendente, come dicevamo:
Tutto ciò che vediamo con i nostri occhi non è la vera realtà, perché alterata dalle percezioni sensoriali. Andando oltre l’inganno dei nostri limiti umani, possiamo percepire la sostanza di ciò che veramente siamo, la nostra essenza primaria di cui l’intero universo è fatto.
Da questo presupposto ne scaturisce un “insegnamento”, quella che chiameremo Morale e in questo caso potrebbe essere: solo la consapevolezza ci rende realmente liberi.
Quando messaggio e morale emergono
È chiaro che ogni scrittore deve avere ben delineato nella sua mente il messaggio e l’insegnamento che vuole lasciare al proprio lettore, ma è vero anche che quest’ultimo, con la propria inferenza, può ricavarne altri.
L’importante è che tu abbia ben presente il tuo obiettivo e sappia cosa vuoi lasciare “ai posteri”.
La tua eredità, il tesoro nascosto tra le parole, la cassa del tesoro sommersa negli abissi della trama, in qualche modo tornerà a galla e sarà una zattera alla quale il lettore potrà aggrapparsi per lasciarsi trasportare sino alla fine.
Approderà soddisfatto alla chiusura del libro e interiormente arricchito dall’esperienza di lettura. Tu ne avrai conquistato la fiducia.
Per quanto bella e intrigante una storia possa essere in sé, deve sempre lasciare un messaggio e un insegnamento a chi la legge, ascolta o ne è spettatore.
Per salutarci
Bene, Dedaliano, siamo giunti alla fine di questo nuovo articolo. Ricorda che l’hashtag principale è #ioleggotutto, al quale puoi aggiungere #storiesommerse. Se hai voglia di lasciare un commento qui sotto, ne saremo felici.
Al momento ti saluto e ti do appuntamento presto sempre in questa sezione.
Ti aspettiamo all’altro capo del filo, dedaliano.
Una risposta
[…] sono, però, i valori di un libro?Quelli che esprime lo scrittore attraverso la trama e la tematica? Sì, ma non solo. Il tuo libro senza dubbio racconta e vuole […]