Bentornato, dedaliano!
Sono Beatrice e anche questa volta mi occupo di Editoria per approfondire uno degli aspetti trattati nell’articolo precedente. Come da titolo, quindi, ti spiegherò che cosa succede al tuo romanzo quando arriva nelle mani del designer e l’approccio da seguire per creare una copertina.

La fase preliminare

Eccolo lì, il dattiloscritto è pronto. Carico della sua mole di caratteri, viene impacchettato e spedito via mail; si destreggia invisibile nell’etere, scivola nel traffico infinito che intasa i cavi di rete. Poi balza ancora su, per approdare con un dling nella casella di posta.
Il designer legge. Legge le informazioni sul romanzo che ha sotto gli occhi, quindi passa al romanzo stesso. Le parole che hai messo in fila l’una dietro l’altra gli terranno compagnia per quelle quattro o sei ore, in media, distribuite su più giorni. Arrivato alla fine, ha inizio la trasformazione.

Da romanzo a libro

Dopo aver letto attentamente il testo, il designer si dedica alla fase progettuale vera e propria. Perché deve leggerlo tutto e con attenzione? Perché è il modo migliore per sapere davvero di che cosa si sta parlando, e questo è essenziale: non basta, infatti, cercare una foto che somigli alla protagonista del libro e appiccicarla in copertina; non è professionale pensare di fare un miscuglio di elementi in Photoshop e poi scriverci un titolo in corpo 72 davanti.
Ogni elemento che costituirà il libro andrà indagato in maniera specifica a seconda dei vari casi, anche in relazione a determinate peculiarità grafiche che possono avere alcune collane editoriali.

Il libro di collana

Se il romanzo deve entrare a far parte di una collana, il lavoro di progettazione è già stato svolto in parte a priori. Infatti questi libri hanno tutti come caratteristica principale la serialità, applicata sia in copertina che nell’impaginato interno; anche le tipologie di carte utilizzate e la rilegatura sono le medesime per ogni pubblicazione della serie.
Su una base di progetto già consolidata, quindi, il designer si adopera nell’uniformare il testo secondo norme editoriali specifiche e di inserirlo e modellarlo all’interno di una gabbia data e prestabilita.
Anche la copertina dei libri in serie riporta determinate caratteristiche comuni, che di solito coinvolgono il layout e/o i colori. Compito del designer è, qui, il dare unicità al rivestimento del libro, pur mantenendo ben visibile la sua appartenenza alla serie specifica.

designer di serie

Ti faccio un esempio per farti capire meglio: pensa ai volumi dell’universale economica Feltrinelli. Sono tutti diversi, a colpo d’occhio, ma sono composti da elementi collocati sempre negli stessi punti. Come il logo e il titolo e nome dell’autore, pur anche se questi ultimi variano sempre di lunghezza.
Questo meccanismo di distinzione uniforme rende i libri perfettamente identificabili dai lettori, che collegano alla copertina una determinata appartenenza di genere. Oppure una certa fascia di prezzo, o ancora una sorta di marchio di qualità.

Il libro singolo

Se il romanzo, invece, deve uscire come singolo, il designer lo deve progettare in toto, anche se è difficile che l’editore dia piena libertà nella realizzazione di un libro. Di solito, almeno la carta è imposta per una questione di costi, così come può essere richiesto un impaginato che consenta di avere il minor numero di pagine possibile. Sempre per contenere i costi di produzione.
Non a caso, infatti, la quasi totalità dei volumi presenti in libreria ha carta, se non simile, proprio uguale. Non è che tutti gli editori si sono messi d’accordo, ma sono tutti d’accordo che quel tipo di carta (la usomano) sia il miglior compromesso tra costi e resa estetica.
Alcuni libri, però, esulano da questa concezione. Spesso accade per le pubblicazioni considerate di pregio.
Ti racconto cosa succede, quindi, in quest’ultimo caso, perché è il più completo ed è adattabile sia all’editoria tradizionale che al self–publishing.

Esempio di designer

Quando il designer ha “carta bianca”

Siamo rimasti al momento in cui il progettista ha letto tutto il romanzo e sa perfettamente di che cosa parla. Qual è lo stile dell’autore, nonché si è fatto un’idea del target e della destinazione d’uso.
A questo punto, la prima cosa che va a decidere è la struttura fisica che avrà il libro, quindi carta e dimensione del formato. Si fa anche un’idea, in base al numero di battute del romanzo, della tipologia di rilegatura e copertina, approssimando il numero di pagine totali che potrà avere.
Operata la scelta, passa a studiare l’impaginazione: come sarà organizzato il testo all’interno delle pagine, che font utilizzare e perché, come andranno inserite le immagini se ci sono. Insomma, tutto quello che serve a tradurre il romanzo nella forma grafica che più lo rappresenta.

Terminato l’impaginato, il designer passa alla copertina. È necessario avere già il numero preciso di pagine e la carta degli interni scelta, prima di procedere. Altrimenti non si può calcolare la misura del dorso e non si può realizzare lo steso.
La cover va realizzata in relazione al progetto dell’interno del libro e anche alla carta utilizzata, sia per il corpo del libro, sia per quella destinata alla copertina stessa.
Anche qui il designer opera un lavoro di traduzione e semplificazione: deve riportare l’idea e l’espressione del romanzo tramite grafica. Meno elementi diversificati vengono inseriti, migliore è la qualità del progetto finito.

Il libro è pronto

Completata la copertina, il lavoro del designer è terminato, anche se può essere che gli sia richiesto di seguire il processo di stampa interfacciandosi direttamente con il tipografo.
È così che il romanzo, dal cumulo di bit che era, prende forma e ne esce con una propria fisicità unica. Pensata e progettata per esprimere al meglio il testo che l’autore ha redatto.
Ti sembra un processo facile? Fidati, non lo è. Per avere un risultato professionale, è necessario affidarsi a dei professionisti e fidarsi della loro competenza. Del resto, è così per tutto.

Ti ringrazio, dedaliano, per avermi seguita fino qui nel viaggio attraverso il mondo della grafica editoriale. Ci vediamo alla prossima.
Ti aspettiamo dall’altra parte del filo, dedaliano!

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