Bentornato, dedaliano. Sono Ilaria, questa volta in una sezione diversa da Lettura; oggi vorrei spiegarti come creare un protagonista efficace per le tue storie.
Che si tratti del personaggio di un libro, di un fumetto o di una pellicola cinematografica, la creazione del protagonista ha le medesime regole. Proviamo a elencarle e ad analizzarle assieme una per una.
Sommario
1. Lo Status quo del protagonista
È molto importante che il tuo protagonista abbia un vissuto quotidiano, sia insomma una persona normalissima come lo è il tuo lettore. Un individuo che abbia, come tutti, una vita familiare, affettiva, un lavoro, delle problematiche… insomma, le classiche beghe di ogni giorno, affinché chi legge possa identificarsi in lui/lei con maggiore facilità.
«Anche se il mio protagonista è un supereroe strafigo e imbattibile?» penserai, «o un genio super intelligente?».
Sì, a maggior ragione, altrimenti il lettore lo vedrebbe come un’entità astratta e inarrivabile e il rispecchiamento non si verificherebbe mai. Anzi, potrebbe addirittura trovarlo antipatico, a lungo andare. È questo il motivo per cui, spesso, i supereroi hanno una doppia vita, nella quale appaiono come persone normali e persino un po’ imbranate. D’altra parte, quando si tratta di un personaggio antieroe, cioè un protagonista con moltissimi punti deboli e bizzarrie, l’affezione del lettore sembra essere persino più immediata.
Giusto per farvi un esempio con una recente serie tv molto amata: i quattro amici di “The Big Bang Theory” sono indubbiamente dei geniali scienziati, ma il più delle volte li vediamo alle prese con le difficoltà della convivenza tra loro o con genitori invadenti, problematiche sentimentali o piccole fissazioni quotidiane.
2. Il punto debole
Il tuo protagonista deve anche avere, come ciascuno di noi, pregi e difetti, solo che tra i pregi ne avrà qualcuno che lo aiuterà a essere “speciale” e a trarsi d’impaccio nel climax della storia (un “big talent“).
Tra i difetti ce ne dovrà essere uno più grande di tutti, detto “fatal flow” (tradotto letteralmente “difetto fatale”): è il punto debole che agevolerà il conflitto nella storia che vivrà. Bisogna, tuttavia, operare delle distinzioni tra personaggi di storie autoconclusive o seriali.
Infatti, nelle prime il fatal flow tenderà spesso a essere da ostacolo al protagonista nelle vicende (siano esse avventurose o meno). O addirittura a determinare l’evento che porta al cambiamento dello status quo (per esempio, se il suo difetto è un eccesso di faciloneria ciò potrebbe comportargli uno o più guai).
Nei seriali, invece, non è detto che il limite del protagonista compaia in ogni storia. Talvolta rientra in una sorta di sottotrama che attraversa l’intero arco narrativo della saga, e che lo porta a scontrarsi in maniera ciclica con una problematica ricorrente facente parte del suo privato.
Per capirci meglio
Proviamo a fare un esempio attingendo a personaggi letterari. Come protagonista di una storia non seriale prendiamo un personaggio femminile: Giulietta. Nel suo caso, pregi e difetti addirittura coincidono; la determinazione e il coraggio sono tali da diventare il suo “tallone d’Achille”. La fermezza nel portare avanti la relazione con l’amato Romeo, infatti, la induce a non sottrarsi a un’intricata e contrastata vicenda… Che si conclude con il sacrificio estremo.
Come personaggio seriale, invece, prendiamo a esempio il protagonista dei romanzi polizieschi di Antonio Manzini: Rocco Schiavone. Di difetti ne ha tanti, tra cui un carattere brusco e scontroso di cui dà sfoggio in ogni singola storia. Ma la sua caratteristica cruciale è l’insofferenza alle ingiustizie, tanto che per questo motivo deroga spesso alle regole e nel primo romanzo viene trasferito dal commissariato di Roma Eur ad Aosta, per un provvedimento disciplinare.
Questo punto debole lo induce, in certe storie, a essere più indulgente verso chi non agisce nel rispetto della legge ma è mosso da palese necessità. A discapito di coloro che pur essendo formalmente “vittime” sono assai più colpevoli dei presunti carnefici. Inoltre, il medesimo difetto fatale lo spinge a cercare senza resa di porre fine a una complessa vicenda privata: l’assassinio dell’amata moglie che non ha ancora ricevuto giustizia.
3. Quali scopi ha il tuo protagonista
Il protagonista del tuo romanzo deve perseguire un obiettivo. Che sia risolvere un caso poliziesco, conquistare l’uomo/donna dei suoi sogni, portare a termine una missione, ritrovare un amico scomparso o comprendere il senso della vita, deve accadere qualcosa che rompe la sua quotidianità e lo mette nelle condizioni di dover raggiungere uno scopo. Nella maggior parte dei casi questo evento si scontra col suo limite (così detto “conflitto“), che diviene così uno dei principali ostacoli all’avvicinarsi all’agognata meta.
Facciamo un esempio pratico
Mario, in seguito a un grande trauma subito, ha iniziato a soffrire di agorafobia e non esce dalla sua stanza da dieci anni (fatal flow).
La sua vita è un insieme di routine quasi maniacali. Unici contatti con il mondo esterno sono il computer, che per lui non ha più segreti (big talent), e il suo amico di sempre, Enrico. Il solo a non averlo mai abbandonato.
A un tratto, però, Enrico non va più a trovarlo e il nostro protagonista scopre, dopo qualche giorno, che è scomparso. Certo che non possa trattarsi di un allontanamento volontario, Mario decide di vincere le proprie resistenze e abbandonare il suo rifugio sicuro, al fine di capire cosa c’è dietro la misteriosa sparizione e ritrovare (o salvare) l’amico.
Nonostante le grandi difficoltà che ciò gli comporta.
4. Cambiamento
Va da sé che se l’obiettivo viene raggiunto superando il proprio limite il protagonista vive un cambiamento caratteriale, che lo porta verso una crescita interiore e ogni cosa finisce bene. Ma non tutte le storie hanno un lieto fine. Il protagonista, Mario, potrebbe non raggiungere il suo obiettivo e non riuscire mai a ritrovare Enrico, oppure potrebbe scoprire che è stato ucciso. Ciononostante un cambiamento in lui è avvenuto: ha superato il punto debole.
Al contrario, il protagonista potrebbe raggiungere il suo obiettivo senza mai superare il punto debole. Ma anche in tal caso un cambiamento si produrrebbe ugualmente: quello del suo status quo. Il che comporterà di conseguenza anche una crescita interiore.
Un esempio anche in questo senso
Mario non riesce proprio ad abbandonare la sua stanza, per cui assolda un investigatore privato. Gli presta assistenza da casa effettuando per lui delle ricerche e dandogli tutto il supporto necessario, anche dal punto di vista logico-deduttivo, ben conoscendo le abitudini e i comportamenti di Enrico.
L’investigatore ritrova l’amico: obiettivo del protagonista raggiunto, limite non superato. Tuttavia, Enrico rivela di aver montato su tutta questa messinscena per spingere Mario ad abbandonare la sua stanza e vincere una volta per tutte l’agorafobia.
Il protagonista, quindi, comprende quanto Enrico tenga a lui. Al contrario, Mario non è stato in grado di vincere le proprie paure per l’amico, nonostante abbia fatto di tutto per ritrovarlo sconvolgendo la propria routine. Riflette così sullo stato delle cose: forse è il momento di mettersi in discussione (finale aperto).
5. Un protagonista singolare
L’insieme dei pregi e difetti (o bizzarrie come dicevamo più su) del tuo protagonista, deve infine essere tale e ben bilanciato da renderlo unico, accattivante, irresistibile. Tanto da portare il lettore a indulgere verso quelle caratteristiche non positive, perché sdrammatizzate magari in maniera simpatica, e tollerare quei pregi che potrebbero invece farlo risultare troppo virtuoso e distante da sé.
Solo con un giusto dosaggio tra questi elementi e con valide motivazioni a suoi eventuali comportamenti meno ortodossi (frutto di un passato particolarmente difficile e travagliato, per esempio), il tuo protagonista potrà risultare memorabile.
Riepilogando
- il tuo protagonista deve avere una vita simile a quella del lettore e uno status quo routinario;
- pregi e difetti come tutti, solo che alcuni sono più accentuati (una grande risorsa e un grande limite);
- deve avere un obiettivo da raggiungere che sconvolge il suo status quo e che spesso impatta col proprio limite, di contro la sua risorsa maggiore può essere determinante nel raggiungimento dello scopo;
- nel corso di tutta la narrazione deve prodursi in lui o nella sua routine un cambiamento, una maturazione;
- dev’essere un mix unico di pregi e difetti, tanto da apparire irresistibile al lettore.
Se seguirai alla lettera questa “ricetta” avrai il tuo personaggio a tutto tondo, quantomeno una buona bozza su cui lavorare. Non ti resta che iniziare a progettare il tuo eroe o antieroe, il protagonista delle tue storie.
Se hai letto fino in fondo questo articolo e ti va di commentarlo, ricordati di usare l’hashtag #ioleggotutto, magari unito a uno adatto a questa tematica: #ilmioeroe. Se poi desideri sapere quanto funzioni o meno il protagonista di una storia che hai già creato, puoi avvalerti dei servizi editoriali dell’Agenzia Dedalo.
Alla prossima!
Ti aspettiamo dall’altro capo del filo, dedaliano.
2 Risposte
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